Riceviamo da Lugano e pubblichiamo questa riflessione sul burqa, o meglio sull’iniziativa “antiburqa”. Un’osservazione la facciamo, ed è la seguente. Ci sembra fuori luogo parlare di “odio profondo” verso l’Islam. Per contro si può ragionevolmente parlare di paura ma la paura non nasce dal nulla. L’Islam radicale esiste nel mondo e in Europa (non so se nel nostro piccolo Ticino) e non è certo un’invenzione di Giorgio “Ghiro” Ghiringhelli.
Esattamente un anno fa sono andato a trovare (e a intervistare) l’imam Jelassi nella sua moschea di Viganello. Mi ha ricevuto cortesemente e affabilmente, mi ha parlato con equilibrio e con calma, mi ha regalato una copia del Corano che gli ho chiesto di autografare (e che leggo di frequente). La domanda che sorge è tanto pungente quanto banale: saranno tutti come lui? (francesco de maria)
La Svizzera è un paese multiculturale, lo si può notare dalle diverse lingue parlate e dalle diverse culture presenti.
Quest’iniziativa “vietare la dissimulazione del viso nei luoghi pubblici e aperti al pubblico” mette in pericolo la nostra democrazia , non cerca il dialogo con la parte interessata, si basa sull’odio profondo verso la religione islamica e discrimina la pacifica e buon integrata comunità islamica in Ticino.
Da oltre 30 anni i musulmani, del Canton Ticino ed in particolare le donne, contribuiscono quotidianamente in ogni comparto sociale, nelle scuole, nei campi sportivi, sul lavoro, ecc in favore di una società coesa e pacifica.
Non dimentichiamo che l’islam è la seconda religione del nostro paese e la tutela delle minoranze è garantita dalla Costituzione Federale, a tutela dei nostri valori bisogna votare un doppio NO il 22 settembre.
Accettando questa iniziativa mettiamo in pericolo la nostra costituzione, per questo motivo, consigliamo vivamente a tutti i cittadini Ticinesi Cristiani, Musulmani, Buddisti, Atei credenti e non credenti di votare contro l’iniziativa.
Omar Iftikhar, Lugano
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