Elaborati e annotati in forma progressiva
Il Cyrano è un ristorantino del centro. In estate potete accomodarvi fuori, sotto uno stento verde pendulo, tra gli alti palazzi che incombono. “È come essere al grotto” si prodiga affabile il mio Interlocutore, che ha avuto la bontà di invitarmi. Io stupito e ben lieto (possibile che voglia qualcosa da me? non ho nulla da offrire). “Certamente, con un minimo di fantasia”. Meglio non rendersi antipatici sin dall’inizio.
Rievochiamo i tempi antichi, poiché noi ci conoscevamo. Non ci vediamo da molti anni. Questo è un pranzo politico, proposto e “innescato” da lui. Lui senza cariche e molto noto, influente. Io senza cariche e nessuno sa (per fortuna) chi sono. “Dobbiamo salvare il mondo (id est la nostra società) dalla nuova barbarie” mi sussurra seducente, cercando la mia complicità. “Mà, Amico mio, io non saprei da che parte incominciare. E poi, siamo sicuri che il mondo desideri essere salvato?” Un pranzo politico di due senza cariche, che cosa può contare? Forse meno di niente, come giocare alla roulette senza soldi.
Politicamente, siamo lontanissimi. Lui, stupendo radicalchic alla moda, ammirato da tutti. Dalle belle donne, nei salotti dorati. Io, forte giocatore di bridge negli scantinati, dove non c’è il cameriere (però la macchina del caffè sì). Reazionario e cultore di storia del Medioevo. Che orrore. Ma a me piace così.
Parliamo delle elezioni comunali a Lugano, nell’anno 2013, con una sfasatura temporale mai capitata che forse non capiterà mai più. Per il PLR – il partito di entrambi, o di uno, o di nessuno di noi due – un esame cruciale e veramente difficile. La sua “ricetta” è per certi versi stupefacente (in un uomo così audace e anticonformista). “Giocare lo status quo: i due vecchi e Giovanna, che è così brava”. Concordiamo agevolmente su due punti importanti:
— questa elezione “comunale” è in realtà cantonale e generale e condizionerà il 2015
— se ReGiorgio stringe i denti e si ripresenta, Borradori non correrà
“Ma allora la soluzione è semplice!” esclamo io. Basta che…”
(sequitur)
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Pensieri politici in libertà – di Francesco De Maria
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