Alessandro Aljechin, forse il più grande giocatore di scacchi di tutti i tempi, fu trovato così, la mattina del 24 marzo 1946 nella sua camera d’albergo a Estoril, in Portogallo.
Era solo, depresso e senza un quattrino. Formalmente era ancora il campione del mondo. Ma era al bando della comunità scacchistica internazionale poiché accusato di antisemitismo. Durante gli anni della guerra aveva permesso che si pubblicassero certi articoli, con la sua firma, che neppure aveva scritto. Aveva partecipato a tornei in Germania o in paesi occupati dai tedeschi.
Sulla sua morte si è detto di tutto: morte naturale, suicidio, assassinio (!), soffocamento a causa di un frammento di cibo nella trachea.
Aljechin con il suo stupendo gatto “Scacco!”
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