Che dalli uman privadi parea mosso
Nella Commedia ci sono versi indubbiamente più famosi, ma questo è particolarmente intrigante. I poeti si sono appena calati nel pozzo, aggrappati al dorso di Gerione (XVII); nel XVIII incominciano le bolge (dieci), che dureranno sino al XXX. Poi giunge il celebre canto dei Giganti (XXXI).
Di che si tratta? Ampliamo la citazione sino a comprendere 6 versi.
Quivi venimmo, e quindi giù nel fosso
Vidi gente attuffata in uno sterco,
Che dalli uman privadi parea mosso.
E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
Vidi un col capo sì di merda lordo,
Che non parea s’era laico o cherco.
Le immagini sono di Doré (la prostituta Taide) e Stradano (16° secolo). Dante non amava gli adulatori.
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