Mentre i quotidiani e l’Organizzazione mondiale della Sanità parlano ogni giorno di catastrofe e allarme planetario, la realtà è che l’epidemia del virus Ebola è di dimensioni assai modeste.
La stampa parla di poco più di un migliaio di morti nell’insieme dei paesi africani tra marzo e agosto (1299) e la cifra non sarebbe nemmeno veritiera. I dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità (e qui mal si coniuga tanto allarmismo) attestano 788 decessi confermati e causati dal virus. Gli altri decessi sono “sospetti” o “probabili”. O forse estranei.
788 morti non sono pochi, ma lo sono se vengono confrontati con i 1.2 milioni di decessi annui causati dalla malaria.
Le immagini del personale curante che si avvicina ai malati o presunti tali indossando tute integrali e caschi di protezione, sono assurde e degne di un film di fantascienza di serie B.
Il virus Ebola non si trasmette così facilmente : “Deve esserci un contatto con un liquido biologico, come sangue, feci o vomito. La trasmissione non avviene assolutamente per via aerea. Se una persona tossisce o parla non diffonde il virus nell’ambiente circostante – spiega il professor Bruno Marchou, capo servizio delle malattie infettive e tropicali all’ospedale di Tolosa, in Francia.
“Il virus non raggiungerà lo stadio di pandemia – prosegue Marchou – A Conakry (capitale della Guinea, ndr) inizialmente avevano decine di casi fra il personale ospedaliero. Applicando semplici misure di igiene sono riusciti ad arginare la propagazione del virus fra il personale medico.”
Sandrine Cabu, di Médecins Sans Frontières, intervistata dal giornale francese Le Monde spiega che il virus Ebola causa la morte nel 20%-90% dei casi. La percentuale può essere così alta perchè il virus diventa pericoloso se non è curato nel modo giusto.
Le persone muoiono di disidratazione o emorragie. La soluzione contro l’epidemia consiste nel rispettare misure semplici e sensate : igiene, idratazione, trasfusioni, alimentazione corretta, vitamina C e D.
Il panico attorno al virus Ebola ricorda l’influenza aviaria del 2005 e l’influenza suina (H1N1) del 2009. Queste due “pandemie imminenti” erano state l’occasione per manipolare l’opinione pubblica e giustificare la vaccinazione di massa della popolazione.
Nel 2009 l’Organizzazione mondiale della Sanità aveva predetto che un terzo della popolazione mondiale avrebbe potuto essere toccata dall’influenza suina, con effetti incalcolabili.
I governi di molti paesi avevano acquistato milioni di confezioni di vaccino, per la gioia delle multinazionali farmaceutiche. Una considerevole quantità di queste confezioni era rimasta inutilizzata, perchè gran parte della popolazione non aveva ritenuto utile farsi vaccinare.
Per quanto riguarda il medicamento “miracoloso” Tamiflu, il suo effetto reale era ridurre la durata dei sintomi a meno di una giornata, senza limitare in alcun modo i ricoveri in ospedale. Uno studio britannico aveva concluso che il Tamiflu contro l’influenza suina H1N1 aveva avuto come unico effetto quello di far spendere centinaia di milioni ai governi.
I media stanno facendo del sensazionalismo pericoloso :
“Un’epidemia che sfugge a ogni controllo”, Médecins Sans Frontières, 30.7.2014
“Il virus Ebola devasta l’Africa”, Le Monde, 15.8.2014
“L’OMS decreta l’urgenza sanitaria a livello mondiale”, France 24, 20.8.2014
Questa psicosi sta seminado il caos nei paesi africani colpiti dal virus, i cui governi stanno chiudendo le frontiere, mobilitando gli eserciti per reprimere la popolazione e mettendo in quarantena decine di migliaia di persone, come accade in due quartieri di Monrovia, capitale della Liberia (nel resto del paese è stato instaurato il coprifuoco).
Il 24 agosto era stata diffusa la notizia che nella Sierra Leone il Parlamento ha adottato un progetto di legge che proibisce, pena due anni di carcere, di ospitare persone affette dal virus.
Il giorno dopo ancora peggio : il governo della Liberia ordina ai soldati di sparare a vista su chi cerca di oltrepassare la frontiera, per evitare il diffondersi del virus.
Reazioni isteriche che possono causare un disastro ben più grande del virus stesso.
Misure sono state prese contro gli africani anche a livello internazionale, con la sospensione dei voli di gran parte delle compagnie aeree verso i paesi colpiti dal virus, la chiusura delle frontiere, il rimpatrio delle famiglie del personale diplomatico di questi paesi, la cancellazione di conferenze internazionali, la delocalizzazione di eventi sportivi, ecc.
(Fonte : santenatureinnovation.com)
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