L’invito giunto in redazione era di quelli che incuriosivano: visitare, nella valle di Sementina, il nuovo ponte tibetano “Carasc” in fase di costruzione, ma ormai praticamente ultimato. Il tempo che avevo a disposizione era scarso ma alla fine la curiosità ha avuto il sopravvento. Ci sono andato… e non me ne sono pentito.
Hanno fatto gli onori di casa con cordialità e competenza Carlo Bertinelli, presidente del consorzio che ha come scopo la valorizzazione della zona, e l’ing. Filippini, progettista. Ho avuto anche occasione di conoscere l’on. Raffaele de Rosa, granconsigliere e direttore dell’ERS Bellinzona e Valli (che mi ha confidato di essere uno scacchista della scuola di Franchino Sonzogni; ci siamo sicuramente “incrociati” nei gloriosi anni Ottanta – per me gli anni dell’Open Scacchistico Internazionale di Lugano, un giorno o l’altro ne scriverò – ma lui doveva essere molto giovane!)
Bella giornata, bella gita, ma soprattutto istruttiva. Veniamo al sodo. Il ponte è detto “tibetano” perché nel Tibet ce ne sono a migliaia di questo tipo. Attraversa la piccola valle scoscesa di Sementina ed è ancorato a una quota di 696 metri, alle due estremità. È dunque perfettamente orizzontale e si innalza per un massimo di 130 metri rispetto al suolo. Lungo 270 metri, il ponte pesa circa 50 tonnellate; ognuno dei suoi cavi portanti pesa 3 tonnellate ed è stato messo in posizione con una precisa e abile manovra di elicottero. Il camminamento, largo un metro scarso, è in legno di larice. Il costo dell’opera è, come si può immaginare, considerevole: 1,6 milioni di franchi.
Il ponte non è ancora transitabile ma lo sarà all’arrivo della prossima primavera. Si punta, molto ragionevolmente, a farne un’attrattiva turistica (stanno lavorando ai sentieri). L’edificio più notevole nella zona è l’antica chiesa di san Bernardo (san Barnàrd), che conserva pregevoli affreschi ed è classificata monumento di importanza nazionale. Ci si può arrivare anche in teleferica.
Nella seconda fotografia: l’ing. Filippini illustra i dettagli tecnici dell’operazione
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